
Alle ore 22,39 del 9 ottobre 1963 si compie l'ultimo atto di una tragedia umana. Una frana gigantesca provoca un'onda che cancella, in pochi secondi, un territorio e quasi 2.000 vite umane. La morfologia delle valli del Vajont e del Piave viene sconvolta: i danni materiali incalcolabili. Di Longarone restano solo poche case; Erto viene graziato ma spariscono gran parte delle sue frazioni. Ma oltre alle vittime e alla distruzione territoriale la popolazione superstite subisce le conseguenze di indelebili danni morali, che sono quelli che hanno fatto soffrire e continuano a far soffrire persone singole e comunità.
La natura esce ancora una volta vincitrice nei confronti dell'uomo...........
fonte: www.vajont.net
Certi giorni penso che queste tragedie siano solo finzione, pura inventiva di menti fantasiose.
Certi giorni immagino un mondo privo di questi maledetti ricordi. Certi giorni spero che tutto questo non accada mai più.
Era il 1988 quando, ancora "piccolo", transitavo a fianco della strada che costeggia Longarone con il pullman della gita scolastica. Avevo 15 anni. La guida ci spiega perché quelle zone sono diventate tristemente famose. Ne rimango colpito, esterrefatto.
Un caso, un tragico evento naturale, pensavo erroneamente.
Il ricordo della campana al centro di un sagrato è l'immagine più nitida di quel giorno (che attualmente risiede all'interno del museo dedicato alla tragedia).
Mi chiesi: Perché? Perché è successo?
Al ritorno da quel viaggio, il ricordo di quella campana è la cosa che mi rimase impressa nella memoria. Comincio ad informarmi, leggere e interrogarmi sulle cause. I siti internet non erano cosa per tutti, quindi dovetti cercare le informazioni sulla carta, sui racconti di chi aveva letto i giornali di allora.
Racconti di sangue, vite spezzate da una natura malefica, cattiva e violenta.
Da quel giorno ho seguito tutto quello che la stampa poteva offrire, fino al giorno in cui nel 1997, era il 9 ottobre, giorno del 34° anniversario della tragedia, incontro Marco Paolini che ne parla in televisione, in prima serata. Ascoltai in religioso silenzio le parole di quel meraviglioso oratore.
La natura, considerata in principio "maligna", aveva fatto solo il suo corso, che l'inevitabile non era più tanto inevitabile.
L'uomo, per avarizia e corruzione, ha causato quasi 2000 morti in 10 minuti lasciando nella memoria dei superstiti un ombra destinata a divenire indelebile come la frana che ancora oggi sovrasta la diga.
Ricordare quella storia è il minimo che oggi possiamo fare.
Link: sito dei superstiti del Vajont
fondazione vajont 9 ottobre 1963
Il vajont su wikipedia
Tina Merlin
Orazione civile di Marco Paolini
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