sabato 17 marzo 2007

Privacy


Paradosso o realta?
Quanto costano i nostri dati? Quanto valgono nel mercato delle intercettazioni e foto scandalo? Da recenti rivelazioni sembra che le foto della modella che sniffa cocaina può valere anche 2 milioni di € mentre una foto di un politico con l'amante "solo" 100.000 €...


Lo scandalo privacy che si sta vivendo in questi giorni appare agli occhi di tutti come una vera e propria invasione nella vita privata a personaggi famosi e politici che fanno della reputazione il loro biglietto da visita. Non si può immaginare che un portavoce del governo possa essere ripreso mentre va in cerca di una prostituta e pubblicato in pagine di settimanali. E' Inammissibile!
Non si riposa in pace se so che la velina di turno ha avuto rapporti con quel giocatore piuttosto che un altro.
...e se fossero solo cenere negli occhi?
Se gridassero allo scandalo per coprire cosa ben peggiori?
In fin dei conti questa vicenda sta portando soldi nelle tasche di tutti gli interessati, dai PM che indagano agli indagati stessi. Ogni foto ha un prezzo, ogni intercettazione telefonica ha un prezzo, tutto è in vendita, basta pagare il prezzo adeguato. Le telefonate che le compagnie di telefonia hanno registrato da 4 anni a questa parte dove sono? chi le gestisce e per conto di chi? Quanto valgono?
Consideriamo per un attimo le intercettazioni telefoniche: A Moggi, il capro espiatorio di un sistema calcio viziato modellato secondo le esigenze di pochi, per essere inchiodato è bastato fare una ricerca nel grande database delle intercettazioni ed estrarre prove contro di lui, quindi pagare qualcuno per smuovere il vespaio.
Il grande controllo è vivo e vegeto, funziona meglio di qualsiasi altro sistema in italia, nessuno ne è immune, basta avere una tessera del supermercato per vedersi apparire sconti ad-hoc su prodotti che normalmente non si acquista in quel negozio. Dati, sono solo dati, un semplice numero associato ad un nome, che vuoi che sia? Il tuo NOME! Tu sei associato al numero. La scheda dei "punti" tiene traccia di quanto consumi in un anno, cosa compri ed ogni quanto tempo.
Le raccolte punti dei distributori di carburante non serve solo per ricevere premi. I premi veri sono i soldi che ricavano dalla vendita dei dati raccolti. Negli ipermercati è ancora peggio. Si studia tutto di ciò che compriamo, migliaia di informazioni, tutte rigorosamente schedate, associate ad un numero, che vi ricordo essere il vostro nome, e pronte per essere vendute.
Ma a chi vuoi che importi? Chi compra tali informazioni? Le ditte produttrici.
Il marketing sta esaurendo le proprie risorse e sta iniziando a spiare per poter vendere un prodotto.

La privacy oggi è solo una grossa cazzata! Dei furbi hanno inventato un modo per poterci lucrare e lo stanno facendo molto bene. Il DPS (documento programmatico sulla sicurezza) è una tassa che sta alimentando il magro mercato dell'informatica italiano.
Un OBBLIGO di legge paradossale e costoso!
La privacy, che bella storia.

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